SCUOTERE LE COSCIENZE
- L'Eremita
- 29 gen 2018
- Tempo di lettura: 21 min
Aggiornamento: 18 mar 2018
Questo è il sito: www.prendereposizione.it; E’ il sito web che incoraggerà l’individuo a esprimersi senza timori e a dire pubblicamente quello che sente di dover dire, o c’è da dire per scuotere le coscienze e invitare il prossimo a prendere posizione chiara e decisa sul male praticato a norma di legge (non su quello illegale; cosa di pertinenza degli operatori dell’Ordine Pubblico e della Giustizia). Perché ciò che rovina questo mondo, è il male fatto a norma di legge, non la delinquenza, che è poca roba in fin dei conti. Con questo invitiamo i frequentatori di: “prendereposizione.it; a partecipare attivamente con proposte, lettere e commenti. Deve essere chiaro a tutti i frequentatori del sito, che il prendere posizione chiara e decisa sul male fatto legalmente è ciò che farà fare uno scatto evolutivo all’individuo; cosa molto necessaria per poter un giorno contattare il dio, fortificando il proprio carattere attraverso prese di posizione in cui si rischia la propria immagine pubblica e ci si impegna con la propria persona, tempo e soldi all’occorrenza. E visto che ci siamo, mettiamo subito una prima foto in cui si mostra un cittadino (nostro collaboratore), che esprime in pubblico il proprio dissenso sul comportamento omertoso di una autorità che si suppone religiosa ma che in realtà non fa il suo dovere. La foto di un esempio, vale molto più di tante parole. A voi frequentatori del sito, il compito di commentare, ricevere risposte, imparare; per guardare con più attenzione ai problemi pratici del mondo che ci circonda; pensare ai rimedi e immagazzinare i pareri altrui, e accrescere il desiderio di fare la propria parte per migliorare la sorte degli oppressi. Eventualmente dando consigli alle autorità delle istituzioni che vegliano su di noi comuni mortali ma che necessitano di essere responsabilizzate. E questo lavoro tocca farlo a noi, non possiamo pretendere che lo faccia il prete, vero?

Secondo il nostro amico “l’eremita” (come lo hanno soprannominato quelli dei Media che hanno commentato su di lui), il mondo tira avanti nell’attuale maniera perché vi sono alcuni di noi che lui chiama “servi del potere” che bisognosi come sono di uno stipendio non sapendo fare altro nella vita che obbedire senza obiettare, vendono se stessi, (cioè la propria anima, come si dice), per farsi usare da chi ha il potere o si è fatto eleggere al potere, come fossero dei “robottini”. Grazie a questi servi, il potere ha gioco facile a fare le leggi sempre nella stessa maniera. A favore dei ricchi e dei potenti, a danno del diritto del più debole di turno; come è sempre stato. Questi tipi servili sono persone molto menefreghiste del diritto dei più deboli e si nascondono dietro l’osservanza degli ordini per non prendersi la responsabilità morale del male a cui si prestano; accettando di lavorare in quella maniera robotizzata, contando per loro solo lo stipendio che possono prendere come “servitori dello Stato”. In realtà non sono altro che “servi della propria obbedienza cieca al potere”, cioè “servi del potere”, persone che si vendono la coscienza in cambio di uno stipendio. Intimorire il prossimo in ossequio agli ordini e tacere, è il lavoro più facile che ci sia al mondo. Mettiamo qui alcune foto dei cartelli esposti al pubblico dall’eremita, con sue opinioni riguardanti i “servi del potere”, in questo caso i “tutori dell’ordine pubblico”, una delle categorie prese di mira dall’eremita nel corso della sua azione responsabilizzante. Va da sé che i “tutori dell’ordine pubblico” non sono certo i peggiori tra i servi del potere. I secondini carcerari, i militari di professione, gli operatori manicomiali e psichiatrici, i preti, gli operatori dei mattatoi pubblici, sono sicuramente peggio, ma avremo tempo di parlare di loro nelle pagine successive.





Come amici dell’eremita svolgiamo questo lavoro gratuitamente, coscienti che è dalle azioni altruisticamente interessate che ci si attira l’attenzione del dio e si favorisce l’evoluzione dell’uomo, non con le preghiere ripetute o recitate in pubblico come si usa in teatro.
Il dio (l’Energia), come dice l’eremita, viene attirato dal nostro impegno disinteressato, un impegno che alza la frequenza delle vibrazioni che smuovono gli atomi che compongono il nostro corpo, lo strumento che ci è stato dato per consentirci di evolvere su questa terra. Questa attività disinteressata oltre che gratuita, è cosa rarissima in quest’epoca ripiena di impegni totali in nome dei soldi o del successo personale (o egoico), come dice l’eremita. Insieme a lui che ancora non sa usare il computer diremo cose in cui bisogna prendere posizione, permettendo ad altri di esercitarsi a percorrere questo sentiero che al contrario degli altri di derivazione religiosa che portano all’illusione, porta all’evoluzione, lo scopo per cui siamo su questa terra. Pian piano che il sito si amplierà ci sarà bisogno dell’aiuto di quelli di buona volontà che desiderano uscire dal circolo vizioso che l’illusione del mondo crea attorno a noi, chiamata anche Maya. Diciamo questo perché il mondo è costruito quotidianamente dalla mente di milioni di creature, anzi miliardi, e il dio è occupatissimo a costruire il mondo secondo i desideri di queste creature, che sono quasi sempre sogni o desideri egoistici o egoici, e tutto fa parte del gioco della natura (anche le guerre e i terremoti ecc), e all’interno della natura, il dio non può intervenire o agire al nostro fianco, sarebbe assurdo. Diventerebbe un dio di parte, e lui/lei (il nome proprio ideato dall’eremita quando deve evocare il dio, un nome comune al di sopra delle parti e delle forme), ci può aiutare solo indirettamente e su eventuali incitamenti o desideri altruistici, avendo noi animali umani questo piccolo potere di chiamare a noi questa energia, che essendo pura, richiede da noi naturalmente un contatto puro; cosa non facile, perché si rischia di venire bruciati nel tentativo se le motivazioni che ci sorreggono non sono pure; un esperienza che nel caso ci andasse male, ci sarà utile in un futuro passaggio su questa terra. Sì, questi tentativi di farci contattare dal dio, se praticati in ignoranza, possono finire male. Poco male per chi cerca di conoscere il dio o un suo aspetto. Da qui la necessità di aumentare la propria forza spirituale o energia spirituale, giorno dopo giorno, pensando altruisticamente e dopo esserci indignati per qualcosa che vediamo storto, prendendo posizione forte e pubblica, facendoci guidare dai segni che il dio ci invia, non proprio come fanno i preti, che nella sicurezza di un benessere fatto sfruttando il prossimo più debole e le leggi del mondo con i loro “servi del potere”; fa parte del gioco. Sono leggi sempre pronte a difendere i diritti del religioso di professione nonostante i consigli del Riformatore religioso di turno, che ogni tanto viene sulla terra per riformare la religione che è marcita, cioè il sentiero per collegarci al dio che a causa dei preti abbiamo smarrito. (Lo diceva ai preti anche mio fratello il Gesù: “Avete smarrito la chiave che porta al regno celeste, e impedite che altri la trovino). Sì, i successori del Riformatore, essendo uomini d’affari più che religiosi, provvedono a deviare l’ingenuo credente dal sentiero, facendogli vedere le cose più facili e più veloci, se lui/lei compra la salvezza dal loro negozio. Certo, come dice l’eremita, il dio (lui/lei), nulla può fare contro la mente dell’uomo, una mente egoica da una parte e egoistica dall’altra; che fabbrica le religioni del mondo e le spinge a servire il potere. Ma noi che sappiamo di queste debolezze dell’uomo di mondo, non dovremmo cascare nella trappola creata dall’uomo in posizione di potere per difendere il suo potere e il suo benessere. Anche il suo potere di agire attraverso leggi approvate democraticamente e con tanto di giustificazione morale.






Certo, come amici dell’eremita possiamo dire che lui è un credente, ma nel dio, non nelle credenze “religiose” del mondo, le varie religioni che servono il potere e si fanno da esso aiutare scambiando i favori; che si sono fatte un dio a forma d’uomo, di genere maschile quasi sempre, che possiede la mente di un uomo d’affari. In maniera che se tu gli lecchi assiduamente i piedi o regali soldi ai suoi rappresentanti, lui ti perdona i crimini che hai commesso, e peggio per le vittime di quei crimini. Un dio costruito dalle nostre classi ecclesiastiche, che come uno specchio riflette la volontà dell’uomo di mondo, della sua paura, della sua ingordigia, e del suo ego. Un dio che funge da catalizzatore per quelle menti che hanno bisogno di visioni, di miracoli, di paradisi e inferni eterni a cui indirizzare i buoni e i cattivi. Mettiamo qui sotto un suo scritto di alcuni anni fa, per avvisare chi volesse intraprendere il cammino evolutivo dell’eremita; un cammino verso la libertà. Da come il cercatore utilizza questa sua libertà d’azione, il dio gli verrà incontro, chiunque esso/essa sia. E come già detto si tratta di un dio che non ha nome, né sesso, né appartenenza, né moralità di mondo, ma che è sempre pronto a venire incontro a chi fa i propri sforzi per venirlo a conoscere, con motivazioni pure.
RACCOMANDAZIONE PER CHI VOLESSE DIVERTIRSI
Per “amici della grotta” si intende chi sostiene le iniziative dell’eremita, il “bisognoso d’aiuto” per eccellenza anche se non sembra. Questo perché al contrario di altri bisognosi, lui si fa aiutare per attività altruistiche, cioè per aiutare sconosciuti veramente bisognosi e incapaci, e non per se stesso. Questa è la vera pratica religiosa, non quella che ci passano i preti riguardante il rituale, la recitazione di “preghiere”, la meditazione, la riflessione sul Maestro, l’adorazione alle immagini degli dei per avere aiuto, la concentrazione sul dio che ci fa più comodo per salvarci dalla dannazione. Solo attività mondane ricoperte di “religione”. Quelli come l’eremita (e ce ne sono, basta guardarsi intorno con attenzione), danno la possibilità all’uomo che intende evolversi, di riprendere il cammino evolutivo, che spesso si interrompe o si blocca quando ci si dedica ad attività mondane; quali la cura eccessiva per il proprio corpo, per la propria anima, per la propria famiglia, per il proprio successo nel mondo. Solo che non è facile riconoscere certi tipi, perché essi non corteggiano il consenso, recitando la parte dei “buoni”. Chi viene in contatto con quelli come l’eremita, ha la possibilità di riprendere il cammino dell’evoluzione, lo scopo della nostra vita su questa terra, imparando a servire il prossimo più debole operando il bene con motivazioni pure, prestandosi ad azioni in cui non si guadagna nulla, se non quello che il dio, chiunque esso/essa sia, ha predisposto per l’evoluzione dell’allievo quando è pronto. E’ importante capire che chi intende evolversi dando aiuto a quelli come l’eremita, deve prendersi la responsabilità per la propria scelta nel caso sembri che le cose gli vadano male, essendo quella del disappunto, solo una tappa del cammino evolutivo, una cosa non da evitare ma da prendersi sportivamente. Deve essere chiaro agli aspiranti “amici della grotta”, che il cammino evolutivo richiede il servizio disinteressato al più debole che si conosce come persona onesta, prima di poter aiutare lo sconosciuto nei guai; uomo o animale che sia. Se si salta il punto del servizio disinteressato solo perché ci si sente già pronti, è meglio evitare di mettersi con quelli come l’eremita. Si starebbe solo aiutando il proprio ego, una cosa dannosa, con tanto spreco di tempo che sarebbe meglio usare per attività mondane più utili, quali l’immagazzinamento di soldi, il mettere su famiglia o pensare alla propria salvezza.
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Alcune volte sarà lui a scrivere i commenti altre volte, noi. E visto che lui ha la brutta abitudine di parlare al plurale, usando il “noi”, è facile scambiarci per lui, ma dopo un po' si riesce a capire chi è che sta parlando, dal tono con cui si esprime la propria opinione. Quello dell’eremita è un tono molto più deciso del nostro.

Va da sé che chi intende evolversi pian piano farà delle scelte di vita che lo impegneranno sempre di più, in maniera molto naturale, senza dover credere a quelle scemenze dei dogmi o “verità di fede”, utilissimi a rincretinire gli ingenui credenti che sono portati a credere che l’osservanza pedissequa di queste regolette ideate dal professionista della religione, lo porteranno alla salvezza.

Una cosa che mostra l’incoerenza del prete tra le belle cose che predica e il comportamento malsano che pratica e fa praticare al prossimo suo sottoposto, lo possiamo vedere dal sistema carcerario attualmente in vigore in tutto il mondo cosiddetto “Cristiano”. Il sistema carcerario attuale è la prova della situazione equivoca delle religioni cosiddette Cristiane. I“Cristiani” che lavorano nelle carceri, per sentirsi la coscienza a posto nel loro malaffare quotidiano, devono per forza di cose rifarsi all’opinione del prete in merito, e lui per non inguaiarsi con i suoi colleghi laici al potere, si è specializzato a cavarsela con frasi equivoche come: “Se questo regolamento carcerario (che ci sembra poco rispettoso della dignità umana) è fatto a fin di bene e per la sicurezza della persona detenuta, che possiamo dire noi religiosi? Noi nulla sappiamo in fondo, e voi sapete meglio!” In verità agli stipendiati cristiani delle carceri, gli basta il tacito consenso del prete per sentirsi moralmente approvati anche dal dio. E’ tutto un gioco, praticato sulla pelle di chi non può difendersi. Mettiamo qui tre pagine e mezzo di un brano di rimprovero a Papa Bergoglio circa il malaffare carcerario. Era partito come un semplice cartello in lingua spagnola, che pian piano lo spirito ci ha spinto ad ingrandire per chiarire agli ingenui credenti le responsabilità del rappresentante del dio sulla terra riguardo il carcere. Anzi, la sua connivenza con il sistema carcerario. E’ un ottimo scritto, che speriamo inviti chi legge a dirci la propria opinione in merito. Nel caso metteremo le vostre opinioni sul sito.
---- “A norma di legge" ----
n. 784)- Non c’è niente di più stupidamente umiliante ed oppressivo, del denudamento del prigioniero, del suo controllo anale e vaginale, le flessioni e la doccia imposta davanti le guardie. Specialmente per chi entra il carcere la prima volta, innocente o colpevole che lui/lei sia. Pensate voi che questo trattamento imposto a persone indifese sia educativo? Non vi sembra invece inutilmente offensivo? Specie poi quando questo trattamento è fatto da persone che si considerano “oneste” e che il prete ci passa come “Cristiane” quando in realtà sono peggiori di tutti noi?
E Papa Bergoglio, la “nostra guida”, cosa fa in merito a questo malcostume, serenamente praticato dai nostri servi, e “cristianamente accettato, solo perché fatto “a norma di legge”, da gente che lui nella sua ricerca del facile consenso, ci passa come “cristiana”? Infatti, lui, che è quello che dovrebbe essere la nostra guida morale, per farci comprendere cosa è male e cosa è bene, eventualmente rimproverandoci, tace e volta la testa dall’altra parte; come farebbe un qualsiasi politicante che ci tiene più a corteggiare il consenso degli elettori che a responsabilizzare quelle categorie di “cristiani” che più necessitano il rimprovero morale per come mancano di rispetto ai più deboli in nome dei soldi. In questo caso, quelli che campano sul carcere. A questi nessuna critica; come se temesse di perdere parte del consenso, quello dei corrotti nello spirito, sicuramente. Sì, nella sua ricerca del facile consenso, il Bergoglio non vuole guai con chi gli fa dono dei soldi del contribuente! “Cesare”, il suo collega laico al potere, quello che protegge la rispettabilità dei suoi servi corrotti, si farebbe sentire! Se proprio il Bergoglio dovesse pronunciarsi, possiamo star sicuri che con un occhio al pubblico consenso, lui giustificherebbe le “buone” ragioni del cristiano che si facilita il lavoro facendolo a spese della dignità umana di chi non può resistere alla minaccia della violenza, trovandosi ostaggio dentro un carcere. Ma diciamoci la verità delle cose! Il Bergoglio, è il solito prete che per non apparire antipatico a qualcuno, grazie al silenzio complice, lascia il male legale libero di agire e fare altri danni, come fosse cosa da accettare per il bene di noi che stiamo abbastanza bene, ma che al contrario di lui che vive in sicurezza, nulla possiamo fare per contrastare il male illegale. Infatti il Papa preferisce accarezzare l’udito a tutti quelli che stanno relativamente bene e che si ritengono onesti, ma che si sono indeboliti per aver fatto molti compromessi equivoci in nome dei soldi; gente che giustamente teme per il male che si vede circolare intorno impunito, ma che nulla sa del malcostume operativo del suo stipendiato carcerario; che in fondo è ciò che gli procura un sempre crescente numero di nuovi pericoli e nuovi “recidivi”. Al Papa, per tacere, gli basta immaginarsi che il male che si fa all’interno delle carceri, viene fatto “a norma di legge”, e “a fin di bene”. Comodo, vero? Infatti anche la tortura e il rogo alle cosiddette streghe dei secoli appena passati, erano fatti “a norma di legge”, per il “bene” di quelle poverette. Bruciandone il corpo poi, le si salvava l’anima! Certo, sarebbe stato interessante sapere cosa quelle donne pensassero di questa “misericordia” del prete… purtroppo, il nostro Bergoglio non ci pensa proprio ad ammonire i suoi “cristiani corrotti”, quelli che difendono i beni della sua Istituzione con il loro deterrente della violenza legale e lo sguardo minaccioso, affinché si vergognino e cambino sistema vedendosi scoperti dal pubblico come “corrotti”, non più come “cristiani” e “onesti”. Questo perché lui, come don Abbondio, non vuole guai e non vuole mettere in pericolo i suoi beni; beni che non doveva avere…
Pensate che il silenzio del Bergoglio sui cristiani servi delle carceri sia il comportamento che il Gesù apprezzerebbe in quei religiosi che si passano al pubblico come suoi seguaci e che al contrario di noi, sono pure al potere? Sicuramente, se il Gesù lo venisse a sapere, ne uscirebbe schifato di questi suoi “rappresentanti”. Ed è solo un peccato che non possiamo dire al Papa la nostra riprovazione e ricordargli il suo dovere morale! Come avremmo dovuto fare con Papa Pacelli, quel “religioso” che per difendere i beni e la tranquilla routine della sua Istituzione, ai tempi di Hitler, lasciò il male legale libero di agire con il silenzio complice, a danno degli ebrei, guardandosi dal parlare chiaro e forte e facendo il nome della categoria di cristiani che si vendeva al male. Tornando al “cristiano” che si presta come secondino carcerario (cosa assurda anche se vera, dovuta a “religiosi” simili al Bergoglio, che concedono silenziose deroghe ai cristiani servi del potere), è utile far notare la loro maestria nello scansare il proprio dovere morale e l’ascolto della coscienza, nascondendosi dietro l’osservanza cieca di un regolamento carcerario ideato a facilitargli il lavoro, non importa se degrada la persona indifesa (specie quella che entra il carcere la prima volta), colpendola nella sua dignità, vedendola come una bestia o cosa insensibile a certi trattamenti. Complimenti ai sindacalisti dei secondini per come hanno accettato la trasformazione del lavoratore in un robottino della peggiore specie. Sì, i soldi corrompono lo spirito quando si ha a che fare con persone prigioniere, e lo stipendio, all’interno di un carcere, è moneta corruttiva; strano che i sindacalisti non lo capiscano. Si vede che la paga per tradire lo sconosciuto inerme nelle loro mani deve essere buona! Tipi sempre pronti a dirti che lo fanno “anche” per te, per coinvolgerci nostro malgrado nel loro malaffare quotidiano, al punto che solo quelli che prendono pubblicamente le distanze da questi corrotti riescono a mantenersi puliti. E chissà se il Papa si rende conto di questo suo quotidiano sporcarsi visto che non prende pubblicamente le distanze da questi corrotti, sempre pronti a dirgli che lo fanno “anche per lui e i suoi”? Sì, ringraziamo il Bergoglio per come preferisce essere applaudito in piazza, declamando per leggi a favore di persone relativamente benestanti; libere di agire e farsi sentire. Una attività pubblicitaria molto praticata dai professionisti della politica. Lui lo comprende come sia facile ingraziarsi gli ingenui per mezzo di belle frasi che possono attirare il consenso dei creduli ma che nulla cambiano nel malcostume operativo praticato a norma di legge e sempre a danno del più debole di turno; una cosa che invece richiede il biasimo pubblico verso chi serve il potere, e l’impopolarità presso i corrotti, cristiani solo per battesimo, tutt’altro che la “comprensione”, che in fondo, non è altro che complicità col male legale per farsi ben vedere dai corrotti. In verità, il lavoro del religioso, più che nell’incitare i credenti al benessere materiale per mezzo di leggi demagogiche, dovrebbe consistere nell’indicare ai credenti, il male “fatto a norma di legge” dagli stessi “cristiani”, e che viene passato come “bene” da quelli che ci guadagnano sopra; in maniera che i cosiddetti cristiani imparino a riconoscerlo immediatamente. Non come avviene ora, dopo anni di serena attività persecutoria, come successe con gli ebrei, perseguitati per secoli; un malcostume operativo del prete, del quale nessuno dei credenti si rese mai conto
(apparentemente). Come avvenne ad esempio anche nei confronti dei Valdesi, dei Protestanti, dei Catari, delle “streghe”, dei gay, degli indios, dei non-battezzati, dei comunisti, dei popoli da colonizzare e sfruttare in nome del “cristianesimo”, ecc, ecc. I “servi del potere” del Papa (i preti in questo caso), col nome di Santa Inquisizione, si dedicarono “serenamente” al male in Europa e in America Latina per cinque secoli di seguito, e nessuno di noi “cristiani” se ne accorse. Al prete gli bastò chiamarlo “bene” invece che male (come già ci avvisava il profeta millenni fa), e ai credenti come noi piace credere a questi servi del potere. Se oggi parliamo male dei Nazisti, cosa dovremmo dire di noi “bravi” cristiani, che col silenzio abbiamo sempre partecipato al male, continuando pure ad andare a Messa? Sì, a volte noi “credenti” siamo più buffoni di quelli come il Berlusconi! Certo, il Gesù non avrebbe mai cercato il consenso delle masse a spese del diritto del più debole, come sicuramente lo è l’indifeso/a nelle carceri! Figuriamoci se poi avrebbe cercato il consenso sia degli oppressi come quello dei cristiani oppressori a pagamento; come purtroppo accettò di fare il nostro Bergoglio, che in visita pubblicitaria ad un carcere di Roma, sorrise ad entrambi i tipi, benedicendo gli uni e gli altri (per non fare parzialità?), la tipica “neutralità” del prete finché non si toccano i suoi beni (cosa che i suoi seguaci non dovrebbero avere, sotto alcuna giustificazione).
Tutti “bravi” cristiani secondo il nostro Bergoglio. Per forza che poi le cose in un carcere non cambiano mai! E come una volta si mancava di rispetto agli ebrei “a norma di legge” e alle “streghe” torturandole (per il “loro” bene), ancor oggi noi cristiani delle carceri, manchiamo di rispetto alla persona indifesa, “bestializzandola” cristianamente, secondo le cristiane “norme di legge” del carcere. Così ci sentiamo “a posto”. Non è così? In verità, in questo nostro mondo che ama così tanto passarsi per “cristiano”, nessuno più è un cristiano, neanche il Papa! Basti notare come ci piace fare leggi in cui non si rispetta la dignità e sensibilità, di chi non ha alcun diritto, cioè la persona detenuta! Per questo non può essere un cristiano uno come il Papa; uno che per stare tranquillo corteggia il consenso dei corrotti col silenzio invece che responsabilizzare (come sarebbe suo primo dovere), almeno il cristiano che si prostituisce ad obbedire a norme che bestializzano la persona indifesa! Quanti prostituti ci sono al mondo! Lavoratori che si vendono l’anima per uno stipendio fatto sulla sofferenza dei più deboli! Sono malcostumi operativi che i servi del potere si tramandano di secolo in secolo, sempre a danno della parte più indifesa dell’uomo; a partire dal prigioniero, dalla donna, dall’animale, e questo grazie alla copertura che il silenzio complice del prete provvede a questi suoi servi corrotti. Se il prete tace, è probabile che anche il dio sia d’accordo con noi, non è così che a molti di noi piace pensare? Sì, certi mestieri moralmente illeciti, si possono fare solo dopo aver abiurato la propria Credenza! Solo allora ci è lecito farli! Sì, i non-credenti sono molto meglio di noi falsi cristiani! Certo, il Papa e i suoi continueranno a fare politica invece che praticare la religione, parlando come si deve e combattendo il male, ma noi che abbiamo un’etica differente non dobbiamo seguirne le orme. Abbandoniamoli al loro destino, al guaio che gli succederà a quelli che seguono “Babilonia la grande prostituta”, come l’Apocalisse definisce l’istituzione ecclesiastica. Sono dei ciechi che guidano altri ciechi, e se li seguiamo, cadremo in una buca profonda come ci avvisa il Gesù. Sì, è il comportamento ciò che qualifica il credente, fosse anche un non-credente. Non il battesimo, l’osservanza del ritualismo, la recitazione di “preghiere” a memoria, il dogmatismo, il sacramentalismo, la ricerca della salvezza, il culto agli innumerevoli dei della Chiesa, i miracoli e le visioni, tutte cose vuote, solo prodotti della mente! Figuriamoci la pratica del “buonismo” clientelare e la “comprensione” interessata verso chi si trova in posizione di potere! Specie quella praticata col silenzio-complice verso i corrotti “servi del potere, laico o religioso che esso sia; poveri servi, che è solo “giusto” che siano lasciati in santa pace nel loro malaffare all’interno di un carcere, vero? Se non ci fossero loro che si sacrificano per noi, sporcandosi l’anima per qualche soldo al nostro posto, cosa faremmo noi “bravi” cristiani? Certo, ci vedremmo costretti a cambiare sistema carcerario! E non sarebbe forse meglio per tutti? Nel caso siate favorevoli al cambio civilizzatore, fatevi sentire al 366 5399868 (Roma). Un ultimo avviso a chi volesse afferrare la sua occasione per fare uno scatto evolutivo, la ragione per cui siamo su questa terra (non la salvezza)! Perché i secoli passano, ma l’uomo non si civilizza non importa il progresso scientifico; e lo possiamo vedere da come, sotto pretesti per la “sicurezza”, il servo del potere continui a mancare di rispetto a persone indifese, con l’uomo corrotto che non impara nulla preferendo tutti praticare il “Non vedo, non sento, non parlo” pur di avere uno stipendio, non importa se lo sporca; con in più, i nostri preti che guardano, sanno, e si dicono: “Non è affare nostro”. Ma essi pagheranno; pagheranno tutto, essendo essi i principali imputati per averci sempre lasciato in stato di ignoranza sui nostri “servi del carcere” e altri servi del potere, simili a loro. Un giorno, quando avremo avviato il nuovo sistema carcerario mettendo su le “repubbliche carcerarie”, prima per quelli che sbagliano ed entrano il carcere per la prima volta, e poi anche per i recidivi, con i secondini che staranno solo all’esterno del recinto carcerario ad impedire fughe, i preti si diranno: “Perché non ci abbiamo pensato noi? La soluzione era così semplice!” Purtroppo succede sempre così. Hanno scelto di cercare la salvezza (anzi la vendono), invece che il dio praticando la compassione, come potevano capire? E chissà se si renderanno mai conto di essere sprofondati in una fossa per la loro avidità. Ma per voi che leggete e non siete preti, c’è la possibilità di fare un grande scatto evolutivo nel caso decideste di venire a darci una mano in questa battaglia di civiltà. Un impegno che mostrerà a quelli che gestiscono i nostri servi del potere quante occasioni si sono perse, insieme ai grandi debiti morali che si sono fatti e messi sul groppone, che avranno da ripagare in futuro. Ma come spesso succede, a difesa della loro carriera e stipendi, se la sono presa comoda, dicendosi: “Tanto i delinquenti in carcere possono ben aspettare!” Chi pensa così, tenetelo a mente, si dimostra sicuramente peggiore di quelli che hanno infranto la legge! In ogni modo c’è una legge di causa ed effetto o legge del Karma, che ricadrà su questi che ritenendosi onesti, hanno lasciato degenerare la situazione. L’assoluzione dei peccati che a poco prezzo gli offre il prete confessore non gli servirà a nulla (solo il prete poteva inventarsi questa assoluzione dei peccati per ingraziarsi i corrotti pian piano che invecchiano). I nostri complimenti al prete che campa così bene facendo credere cose così incredibili a quei poveretti del gregge. In verità, abbiamo tutti il potere di togliere i debiti morali a chi ci ha mancato di rispetto o danneggiato (così ci dice il Gesù), ma il prete si è pure arrogato questo assurdo potere di poter assolvere i peccati o i crimini che uno ha fatto a danno di un altro, senza che il danneggiato sappia nulla di questo perdono dato a sua insaputa al danneggiatore, senza che costui chieda il perdono al danneggiato prima! Sì, una cosa ridicola oltre che assurda! E nelle prigioni sono migliaia quelli che ogni giorno sono mancati di rispetto senza vera necessità, e se la legano al dito. Poi un giorno usciranno dal carcere, più arrabbiati e vendicativi di prima, con il secondino che pensa di essere nel giusto, un servitore dello Stato. Gli fa comodo credere così per non sentirsi in dovere di chiedere perdono ad ognuno dei detenuti offesi dal suo menefreghismo interessato. Era nel suo diritto considerarli come delle bestie! Non è così? Ma in una vita che verrà, i nostri servi del potere pagheranno; pagheranno tutto. E quando gli succederà, si chiederanno: “Come mai mi sta succedendo questo guaio, quando io non ho mai fatto male a nessuno?” Sì, il destino che nel passato ci siamo meritati nel bene o nel male, ci raggiungerà in ogni caso ed allora sarà inutile chiedere al dio il perché. Il dio, come il prete, nulla può fare per i debiti che ci siamo fatti a spese del più debole in nostro potere. Lui/Lei è un dio di giustizia, e dopo aver messo in moto la legge, lascia a noi il problema di ripulirci. E in questo mondo di laureati incoscienti, chissà quanti saranno quelli che in futuro sapranno prendere con serenità quello che il destino ha decretato per farci tornare puliti e liberi dai legami. Come successe con le entità che erano nei corpi degli ebrei che pochi anni fa finirono nei campi di sterminio in massa; probabilmente pochissimi seppero prenderla con sportività, e tornarono a nutrire sentimenti di odio, conditi da richiami ad una giustizia “divina”, e ripresero a percorrere il circolo vizioso… (realizzato durante il Giubileo Della Misericordia).
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Secondo il nostro amico “l’eremita” (come lo hanno soprannominato quelli dei Media che hanno commentato su di lui), il mondo tira avanti nell’attuale maniera perché vi sono alcuni di noi che lui chiama “servi del potere” che bisognosi come sono di uno stipendio non sapendo fare altro nella vita che obbedire senza obiettare, vendono se stessi, (cioè la propria anima, come si dice), per farsi usare da chi ha il potere o si è fatto eleggere al potere, come fossero dei “robottini”. Grazie a questi servi, il potere ha gioco facile a fare le leggi sempre nella stessa maniera. A favore dei ricchi e dei potenti, a danno del diritto del più debole di turno; come è sempre stato. Questi tipi servili sono persone molto menefreghiste del diritto dei più deboli e si nascondono dietro l’osservanza degli ordini per non prendersi la responsabilità morale del male a cui si prestano; accettando di lavorare in quella maniera robotizzata, contando per loro solo lo stipendio che possono prendere come “servitori dello Stato”. In realtà non sono altro che “servi della propria obbedienza cieca al potere”, cioè “servi del potere”, persone che si vendono la coscienza in cambio di uno stipendio. Intimorire il prossimo in ossequio agli ordini e tacere, è il lavoro più facile che ci sia al mondo. Mettiamo qui alcune foto dei cartelli esposti al pubblico, con le opinioni dell’eremita riguardanti i “servi del potere”; in questo caso i “tutori dell’ordine pubblico”, una delle categorie prese di mira dall’eremita nel corso della sua azione responsabilizzante. Va da sé che i “tutori dell’ordine pubblico” non sono certo i peggiori tra i servi del potere. Anzi. I secondini carcerari, i militari di professione, gli operatori manicomiali e psichiatrici, i preti, gli operatori dei mattatoi pubblici, sono sicuramente peggio, ma avremo tempo di parlare di loro nelle pagine successive.






Certo, come amici dell’eremita possiamo dire che lui è un credente, ma nel dio, non nelle credenze “religiose” del mondo, le varie religioni che servono il potere e si fanno da esso aiutare scambiando i favori; religioni che si sono fatte un dio a forma d’uomo, di genere maschile quasi sempre, che possiede la mente di un uomo d’affari. In maniera che se tu gli lecchi assiduamente i piedi o regali soldi ai suoi rappresentanti, lui ti perdona i crimini che hai commesso, e peggio per le vittime di quei crimini. Un dio costruito dalle nostre classi ecclesiastiche, che come uno specchio riflette la volontà dell’uomo di mondo, della sua paura, della sua ingordigia, e del suo ego. Un dio che funge da catalizzatore per quelle menti che hanno bisogno di visioni, di miracoli, di paradisi e inferni eterni a cui indirizzare i buoni e i cattivi.
Mettiamo qui sotto un suo scritto di alcuni anni fa, per avvisare chi volesse intraprendere il cammino evolutivo dell’eremita; un cammino verso la libertà. Da come il cercatore utilizza questa sua libertà d’azione, il dio gli verrà incontro, chiunque esso/essa sia. E come già detto si tratta di un dio che non ha nome proprio, né sesso, né appartenenza a religioni, né moralità pubbliche da imporre al mondo, ma che è sempre pronto a venire incontro a chi fa i propri sforzi per venirlo a conoscere, con motivazioni pure.
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